Elementi Utili

Ti piace il Trekking?
Sei soltanto curioso?
Cerchi altre persone con cui camminare, passare delle belle giornate e vivere insieme delle esperienze nella natura?
Ecco alcune linee guida sul Trekking che potranno esserti utili nella sua pratica.

Cosa è il Trekking?
Sono varie le interpretazioni sulla giusta definizione di questa pratica.
Molte persone riconducono questo termine a passeggiate ed escursioni da svolgere all’aperto, meglio se in montagna. Sono invece diverse le persone, ormai appassionate di questa attività, che la considerano un vero e proprio viaggio, da svolgere a piedi o con mezzi trasporto rurali quali animali da soma, che fa bene non solo al corpo ma anche alla mente e allo spirito.

Ma qual è la vera e propria definizione corretta di Trekking?
Per la SudTrek è una forma di social-sport in cui bisogna incamminarsi in percorsi rurali con l’ausilio di pochissime apparecchiature tecnologiche, e dove richiesto pernottando in tenda o in rifugio. Una disciplina che ci permette di apprezzare senza riserve la bellezza della natura e senza menzogna la nostra anima.

PICCOLI CONSIGLI

Prima di iniziare una escursione, organizzatela. Informatevi sulle condizioni meteorologiche. Procuratevi una cartina dei sentieri della zona che volete visitare. Attenzione ai tempi di percorrenza e assicuratevi sulle difficoltà dei sentieri che possono aumentare in caso di maltempo o in presenza di neve, che in alcune zone si può protrarre fino a stagione inoltrata. Scegliete dei percorsi che siete sicuri di potere affrontare in sicurezza e secondo le vostre capacità. Preparate lo zaino con cura, è meglio avere un chilo in più di materiale che non userete che trovarvi senza niente in caso di necessità. Il tempo in montagna può cambiare improvvisamente, per cui anche in estate è meglio portarsi un maglione ed una giacca impermeabile. Utilizzate un abbigliamento “modulare” cioè con capi che potete aggiungere o togliere facilmente a seconda della temperatura, personalmente uso t-shirt, camicia in cotone di medio spessore, pile, e giacca a vento in gore-tex, un cappello di lana ed un paio di guanti, gli occhiali da sole servono anche quando il cielo è coperto da nubi. Non dimenticate un paio di sovrapantaloni impermeabili, in caso di pioggia vi eviteranno il fastidio di tornare a casa inzuppati fradici e con un bel raffreddore. Un paio di ghette vi saranno utili se incontrate della neve sul percorso, i piedi è meglio averli asciutti.
Gli scarponi che indossate devono essere adeguati al tipo di percorso che volete affrontare, evitate le scarpe da ginnastica per quanto robuste siano e ricordate che gli scarponcini leggeri non sono stati costruiti per resistere a diverse ore sulla neve, un’occhio di riguardo per le suole degli scarponi che rivestono una rilevante importanza. Se frequentate la montagna in inverno, un paio di bastoncini tipo sci vi saranno utili per camminare sulla neve, ma attenzione i bastoncini danno solo equilibrio, non servono a fare sicurezza, ovviamente per fare escursioni dove si prevede di incontrare lunghi tratti innevati sono ideali le racchette da neve. Non dimenticate di portarvi una borraccia d’acqua, in montagna anche con il freddo è molto importante bere, e se avete un Thermos, riempitelo di thè, una bevanda calda è sempre piacevole. Una barretta di cioccolato è molto energetica per cui anche se non siete golosi è meglio tenerla nello zaino assieme al cibo che senz’altro vi porterete dietro. Mangiate cibi energetici ma senza appesantirvi troppo, la salita è dura e con lo stomaco affaticato lo è di più. Una abbondante colazione al mattino vi consentirà di arrivare all’ora di pranzo senza piegarvi in due per i crampi allo stomaco. Una maglietta di ricambio vi sarà utile quando vi fermate per non restare con maglie bagnate addosso. Una benda e dei cerotti possono sempre servire così come una torcia elettrica, dei lacci di ricambio che possono essere utilizzati in vari modi, dei fiammiferi ed un coltello. Siate civili, rispettate la natura, seguite i sentieri senza prendere scorciatoie attraversando prati, i rifiuti riportateli a valle, non disturbate gli animali che incontrate lungo le vostre passeggiate. Un po’ di fatica non ha mai ucciso nessuno e senz’altro ne sarete ripagati dagli immensi spazi, sensazioni e panorami che solo la montagna sa offrire; attenzione comunque alle quote alte, già da sopra i 2500 mt. il fisico non abituato reagisce in modo diverso.
Questi sono solo dei piccoli consigli, l’esperienza farà il resto.
Chiamando il 118 0 112 per emergenze dal telefonino, funziona anche senza campo.

EDUCAZIONE AL CAMMINO

L’Educazione al Cammino (come affrontare l’escursione, l’equipaggiamento richiesto, quali regole osservare per la sicurezza sui sentieri, ecc.) rappresenta un obiettivo fondante dell’Associazione.

Il primo importante momento è l’incontro con l’accompagnatore di SudTrek. È un’occasione per accostarsi correttamente a quella che può essere la prima esperienza di cammino sui sentieri.

Lo zaino va preparato con cura separando in sacchetti di plastica gli indumenti, il cibo, gli  oggetti e limitandosi all’essenziale. Deve essere indossato bene sulle spalle e aderire correttamente alla schiena (uno zaino troppo pesante o penzolante su spalle e fondo schiena è  spesso motivo di affaticamento e sofferenza durante l’escursione).

Gli scarponi e le calze da trekking costituiscono parte fondamentale dell’attrezzatura, riducono l’affaticamento e preservano i piedi. Particolare importante è allacciare adeguatamente le stringhe in modo che piede-scarpa siano un corpo unico (diversamente si va incontro a diversi fastidi).

Una buona educazione al cammino prevede di procedere in gruppo seguendo le indicazioni  dell’accompagnatore che avrà premura di adottare un passo di gruppo capace di dare continuità e respiro al cammino. Fermarsi inutilmente o abbandonare i sentieri senza avvisare può pregiudicare il buon esito dell’escursione. In generale ci sono proposte di escursione sono  studiate per bambini e ragazzi non necessariamente abituati a camminare in natura. I tempi  di cammino ed i dislivelli sono contenuti e i percorsi agevoli.

CONSIGLI PER L’EQUIPAGGIAMENTO

Trekking di 1 o più giorni: zaino scolastico, scarponi e calze da trekking (o scarpe robuste e calze da ginnastica), tuta da ginnastica, magliette in cotone, felpa, k-way o mantella per pioggia, coprizaino, berretto e occhiali da sole, borraccia, giacca a vento impermeabile per i trekking in  montagna.
Lo zaino al completo non deve superare i 6-7 kg. Per i trekking di più giorni, oltre allo zaino, occorre prevedere una borsa o una valigia di medie dimensioni (che risulti agile al trasporto) nella quale riporre il necessario per il cambio d’abiti.
Per i trekking itineranti (senza bagaglio trasportato) è necessario disporre di uno zaino per escursione di 40-45 litri.

GLOSSARIO DEL TREKKING

ACCLIMATAZIONE Adattamento fisiologico del corpo umano alle altitudini elevate e alla conseguente carenza di ossigeno.

ADERENZA Tecnica di salita su roccia basata sulla capacità di sfruttare le doti di attrito della suola di gomma. Si usa sulle placche lisce e non verticali.

ANCORAGGIO Punto in cui si aggancia una corda o un’assicurazione. Può essere una struttura rocciosa naturale, un chiodo in una fessura o nel ghiaccio, un nut, un friend, oppure un corpo morto nella neve, oppure ancora uno spit.

ARRAMPICATA ARTIFICIALE Qualsiasi tecnica che comporti l’uso di chiodi o altre attrezzature messe in loco dallo scalatore come appiglio o appoggio per issarsi sulla parete. Lo scalatore procede piantando col martello chiodi normali o trivellando fori per i chiodi a pressione; vi aggancia staffe e mette i piedi sui gradini di queste. L’uso, anche solo parziale, di questa tecnica esclude l’arrampicata libera (vedi descrizione del termine).

ARRAMPICATA LIBERA Dal termine anglo-sassone free climbing. Indica la salita di una parete senza utilizzare chiodi o altri ancoraggi né per la progressione né per il riposo, ma soltanto per la protezione da una eventuale caduta. Da non confondere con l’arrampicata senza assicurazione (in inglese free–solo) in cui lo scalatore procede senza posizionare protezioni e senza l’uso della corda.

ASSICURAZIONE Insieme di tecniche e materiali che consentono di limitare i possibili danni di una caduta del compagno di cordata. Si usano tecniche differenti per l’assicurazione al primo o al secondo di cordata.

ATTACCO Termine indicante il punto di partenza di una via.

BIVACCO Notte trascorsa all’aperto, in genere in parete o in ambiente alpinistico, con uso o meno della tenda.

CAMPO ALTO Località attrezzata con una o due tendine durante lo svolgimento di una spedizione nel percorso tra il campo base e la vetta.

CAMPO BASE L’insieme delle tende e delle attrezzature che permettono ad una spedizione di installarsi alla base della montagna per intraprendere la salita in stile himalayano (vedi descrizione del termine)

CANALONE Canale più o meno largo di neve, ghiaccio o anche di roccia.

CENGIA Ripiano che interrompe la verticalità della parete, di dimensioni e fogge differenti.

CORDA DOPPIA Metodo di discesa su terreno ripido, verticale o strapiombante, scorrendo su una doppia corda ancorata in maniera che recuperando uno dei capi si possa di nuovo avere la corda a disposizione.

CORDA FISSA Corda precedentemente fissata in parete e impiegata per la risalita con le apposite maniglie o gli appositi nodi autobloccanti.

CREPACCIO Spaccatura di dimensioni e forme assai variabili nella superficie di un ghiacciaio. Sono creati dal lento movimento e dai cambi di direzione della massa glaciale e quindi dalla sua fratturazione.

CRESTA Linea d’incontro di due opposti versanti o pareti, può essere rocciosa, nevosa o mista.

DISCENSORE Attrezzo meccanico per effettuare la discesa a corda doppia o una calata.

G.P.S. (Global Position Sistem) Apparecchio anche portatile che determina la posizione attraverso la collimazione di più segnali satellitari.

GOULOTTE Strettissimo canalino di ghiaccio incassato tra pareti rocciose.

IMBRAGATURA Fondamentale attrezzo per l’arrampicata che, una volta indossato, consente di ripartire le eventuali sollecitazioni che il corpo potrebbe ricevere in una caduta. Inventata negli Anni 60, consente una comodità ed una sicurezza assai maggiori di una semplice corda legata in vita.

JUMAR Maniglia di risalita su corda fissa, consente lo scorrimento verso l’alto lungo la corda stessa e si blocca automaticamente quando viene esercitata una forza verso il basso.

MAL DI MONTAGNA Con questo termine ci si riferisce ad una complessa sintomatologia che può verificarsi in chi si spinge in alta quota. I sintomi più comuni sono il senso di stordimento, mal di testa, debolezza o, al contrario, euforia, inappetenza, insonnia. La sintomatologia può complicarsi con cefalea resistente agli antidolorifici, nausea e vomito. L’ulteriore e drammatico decorso può essere rappresentato da edema polmonare e cerebrale.

MISTO Terreno di ascensione costituito dall’alternarsi continuo di roccia, ghiaccio e neve.

OMETTO Piccola costruzione di pietre ammonticchiate a secco fatta per segnalare un itinerario o la cima ad una montagna.

PARETE Muraglia di roccia oppure neve e ghiaccio, ben identificabile alla vista, che occupa una porzione di un versante montuoso. Il termine è spesso seguito dall’indicazione di un punto cardinale che fornisce informazioni sull’esposizione della parete stessa. Ad esempio: si definisce parete nord di una montagna quella rivolta verso settentrione.

PASSO CHIAVE Si dice di un passaggio o di un tratto di ascensione che costituiscono il punto più difficile da superare.

PICCOZZA Di varie forme e dimensioni, è l’attrezzo essenziale per le salite in alta quota. Con diverse tecniche viene piantata nella neve o nel ghiaccio, fornendo un punto d’appoggio che consente all’alpinista di innalzarsi anche su pendii molto ripidi o addirittura verticali e strapiombanti.

PILASTRO Imponente e monolitica struttura rocciosa che fuoriesce dal corpo principale della montagna.

PIOLET-TRACTION Tecnica di progressione in linea retta su neve o ghiaccio ripido puntando le punte frontali dei ramponi nel ghiaccio e rimanendo in equilibrio impugnando e piantando due attrezzi (piccozze o martelli-piccozze).

PLACCA DI NEVE Settore con neve indurita dall’azione compattante del vento. Tra i più grossi pericoli per l’alpinista, può slittare su uno strato inferiore con la massima facilità.

PONTE DI NEVE Sottile formazione nevosa o glaciale a collegamento naturale tra i bordi di un crepaccio.

PORTATORE Solitamente abitanti locali assunti per il trasporto del materiale per una spedizione dal punto di partenza al campo base.

PORTATORE D’ALTA QUOTA Alpinista locale che in una spedizione aiuta a trasportare i carichi fino ai campi più alti.

PROTEZIONE Attrezzo (chiodo da roccia, ghiaccio o altra attrezzatura specifica) inserito o piantato in una fessura o fissato per limitare gli effetti di una caduta del capocordata. Servono all’uopo anche fettucce su spuntoni o attorno alle clessidre.

RAMPONI A numero variabile di punte (da 10 a 14) sono attrezzi indispensabili per le ascensioni su ghiaccio. Si fissano allo scarpone con i cinghietti o con un apposito attacco rapido.

SERACCATA Imponente formazione glaciale che risulta dall’associazione di seracchi e crepacci formati dal cambio di pendenza in un ghiacciaio. Assai instabile, quindi estremamente pericolosa.

SOSTA Punto dove il capocordata si ferma alla fine di una lunghezza di corda per attrezzare un ancoraggio e recuperare il compagno.

SPIGOLO più ampia e meno definita della cresta è la prua determinata dall’incontro di due pareti o versanti.

SPERONE Simile al pilastro (vedi descrizione del termine), ma meno definito.

STILE ALPINO La cordata (di due o tre membri) è completamente indipendente, porta con sé tutto il necessario per l’ascensione e non usa corde fisse per il rientro alla base. Tale tecnica implica la rinuncia alle bombole di ossigeno e all’aiuto dei portatori.

STILE HIMALAYANO Stile di salita che comporta molto tempo, mezzi e uomini. La via è attrezzata a poco a poco con corde fisse che rendono più facile la discesa e il proseguimento. Sono sistemati anche dei campi intermedi fino all’ultimo, quello che precede l’assalto alla vetta.

VERGLAS Sottile strato di ghiaccio di fusione che copre le rocce in presenza di basse temperature. Da salire con i ramponi.

VERSANTE Uno dei lati che costituiscono la montagna, direttamente identificabile con il punto cardinale verso cui è rivolto. Ciascun versante è spesso costituito da un complesso sistema di pareti, creste, canaloni, ecc.

ZERO TERMICO Quota al di sopra della quale, durante le 24 ore di una giornata e in una certa zona montuosa, la temperatura non sale mai sopra lo zero.